Il Regno Unito uscirà dall’ Unione Europea entro il 2017?
Tutto dipenderà dall’esito delle elezioni politiche: Cameron o Ed Miliban? Verrà proposto al popolo inglese il referendum Brexit sull’uscita del Regno Unito dall’ Unione Europea? Quali gli scenari possibili?
Stanno avendo luogo, proprio in queste ore, le elezioni politiche nel Regno Unito.I sondaggi preannunciano un testa a testa fino all’ultimo voto tra i conservatori dell’attuale premier David Cameron e i laburisti di Ed Miliban.
C’è qualcosa, però, che fa sì che queste votazioni siano qualcosa in più di una semplice tornata elettorale di un paese europeo.
E ciò è sicuramente il rapporto che si verrà a prefigurare tra il nuovo governo eletto e l’Unione Europea.
Il presupposto iniziale per comprendere meglio la situazione è il cosiddetto “Brexit”, un referendum, da tenersi entro il 2017, sull’uscita britannica dall’Ue molto caldeggiato da Cameron e dal suo elettorato.
Lo scetticismo verso l’ Unione Europea, però, permea anche una ampia parte dell’elettorato laburista.
Nonostante ciò, il candidato premier Ed Miliband ha dichiarato che non indirà un referendum a meno che a Bruxelles vengano decisi nuovi trasferimenti di sovranità.
Tralasciando tutti gli aspetti propagandistici tipici della campagna elettorale, possiamo affermare che molto dipenderà dal tipo di governo che uscirà dalle urne. Infatti, nel caso di una coalizione con i liberal-democratici, Cameron sarà costretto a diminuire di molto il suo impegno sul tema.
Ma analizziamo ora le potenziali conseguenze che l’uscita della Gran Bretagna dall’ Unione Europea potrebbe provocare.
Le conseguenze sarebbero disastrose innanzitutto proprio per il Regno Unito , che perderebbe la Scozia e cesserebbe di esistere così come l’abbiamo conosciuto.
Inoltre, il peso politico di Londra diverrebbe marginale.
Ma le conseguenze non sarebbero meno drammatiche per il resto dell’Europa. Se l’uscita della Grecia dall’euro potrebbe essere governata – seppur con fatica – l’abbandono del Regno Unito metterebbe drammaticamente in evidenza la fragilità dell’Unione. Inoltre esso innescherebbe una crisi che darebbe agli euroscettici di tutta Europa un assist straordinario per contestare non solo l’euro ma l’esistenza stessa dell’Ue.
È necessaria allora, ancora una volta, una profonda considerazione sullo stato attuale dell’ Unione Europea e sul futuro che la aspetta.
Risulta evidente che i risultati raggiunti in oltre sessant’anni vengono troppo facilmente dati per acquisiti e che il rischio che l’ Unione Europea possa dissolversi in una entità frammentata è reale.
Ecco perché, in questa Europa, Londra rappresenta un contrappeso fondamentale alla deriva germanocentrica che rischia di alterare pericolosamente gli equilibri.
Inoltre, senza la cultura liberale britannica e la sua tradizionale apertura al mondo l’Europa rischierebbe di perdere molti colpi.
È ovvio, quindi, che questa Europa è poca cosa in confronto a quella immaginata dai padri fondatori ma è necessario anche affermare con forza che essa, restando unita, rappresenta l’unica base per un futuro prospero sia economicamente che politicamente.
A cura di Alberto Vettore