IL TRIENNIO D’ORO DEL REAL ESTATE

 

Ho concluso l’ultima riunione di lavoro prima della pausa estiva esprimendo il concetto che “i prossimi anni saranno estremamente interessanti per tutta la filiera immobiliare” e, alla ripresa, ne sono ancora più convinto. Non si tratta di ottimismo immotivato ma di una analisi che si basa su esperienza, opinioni degli operatori ma soprattutto su aspetti pratici e concreti. Dopo una flessione estremamente contenuta dei volumi di compravendite nel 2020 (-7,7%), conseguente alla pandemia, l’anno in corso si sta prospettando in evidente ripresa con la previsione di toccare le 630.000 compravendite circa, in ambito residenziale.

Gli indicatori che provengono dal territorio, ovvero dall’attività delle Agenzie Immobiliari, sono positivi, con richieste di acquisto in aumento e fatturati in crescita. Il tutto favorito da una politica creditizia dei principali istituti bancari che sembra non penalizzare l’erogazione di mutui, soprattutto per la prima casa.

Nel prossimo periodo si avrà conferma se si tratta di un vero e proprio nuovo “ciclo immobiliare” di una durata pluriennale (normalmente i cicli dal dopoguerra ad oggi hanno una durata di circa 6/7 anni) oppure di una ripresa più limitata nel tempo. Personalmente propendo per questa seconda ipotesi e ritengo che il triennio 2022/2024 sarà certamente di forte crescita. Sul medio termine invece le tematiche connesse all’impiego del Recovery Fund, l’atavica instabilità politica nazionale o eventuali variazioni  del quadro economico/finanziario internazionale, potrebbero condizionare l’evoluzione del mercato.

Le recenti misure decise dal governo, che tendono ad agevolare gli under 36 anni, con la possibilità di accedere con minore difficoltà a mutui che coprano l’intero valore dell’immobile acquistato e di usufruire della defiscalizzazione delle imposte di acquisto, sono indubbiamente favorevoli.

Appare inoltre evidente che la pandemia ha portato gli italiani ad un rinnovato interesse verso la propria abitazione. Avere appartamenti più ampi e magari con un terrazzo o villette con il giardino, sono ritenuti obiettivi stimolanti per migliorare la qualità della vita.

Anche sul piano degli immobili a destinazione non residenziale, si prevede una graduale ripartenza del commercio al dettaglio e quindi sull’utilizzo di negozi o superfici commerciali rimasti vuoti, mentre per quanto attiene gli immobili corporate si nota un interesse importante per capannoni atti alla logistica e per investimenti da parte di players internazionali per immobili top in zone centrali, soprattutto delle grandi città.

Bruno Vettore