RICOLLOCARSI O COLLOCARSI PROFESSIONALMENTE, NELL’IMMOBILIARE E’ POSSIBILE
Anche in una situazione come quella attuale ed in un mercato del lavoro caratterizzato da alta instabilità e notevole incertezza, vi sono dei mestieri e delle professioni che danno opportunità di lavoro e guadagno. Sono quelle legate alle esigenze primarie della persona: il benessere , il vivere, l’alimentarsi. La casa è da sempre un bene necessario. Lo è soprattutto per gli italiani e lo dimostra il fatto che quasi l’ottanta per cento delle famiglie sono proprietarie della loro prima casa. E nemmeno la recente introduzione dell’Imu o il prossimo aggiornamento delle rendite catastali cambieranno la propensione a vedere il mattone come la realizzazione di un importante obiettivo di vita o un investimento che sul piano della sicurezza non ha paragoni. Gli Agenti Immobiliari lavorano per soddisfare questa esigenza, soprattutto nei confronti di coloro che spesso investono i risparmi di una vita per acquistare casa.
Signor Vettore, è una domanda che sicuramente le fanno in molti. Come sta andando il mercato immobiliare , gli italiani in questo particolare momento congiunturale continuano a comprare casa?
Il nostro è un settore che come altri sta vivendo un periodo delicato. Tuttavia la casa rimane pur sempre una esigenza e un obiettivo primario. Per le famiglie, per i single, per tutti. E anche quando le certezze e le disponibilità economiche si riducono , il mercato resiste e offre opportunità agli operatori capaci e agli investitori attenti. Se analizziamo infatti i dati del comparto immobiliare, si evidenzia che, per l’acquisto o per la locazione, il mercato c’è: possono contrarsi il numero delle transazioni, variare le tipologie immobiliari oggetto di interesse del cliente, ma il mercato è attivo. E il bacino delle compravendite fra privati, ancora ampio e persistente, dimostra che vi sono quote ancora non erose e disponibili a farsi assistere sul piano della consulenza e dell’intermediazione . Certo, una intermediazione evoluta, che deve rispondere alla richieste di una clientela sempre più informata e giustamente orientata a pretendere un servizio rispondente ad alte aspettative, ma la presenza dell’agente immobiliare rimane sempre molto importante e quasi sempre assolutamente necessaria.
Quindi, parlando di un mercato attivo, si può pensare che vi siano spazi per chi vi vuole operare e, precisamente, posti di lavoro effettivi?
Le fornisco alcuni dati oggettivi che ho letto di recente. A novembre 2011, il tasso di disoccupazione nazionale è stato pari al 8,6%, + 0,1% rispetto ad ottobre 2011 e + 0,4% su base annua. Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) a novembre era addirittura intorno al 30,1%. Parliamo ora invece del nostro settore: l’occupazione nel Real Estate, nonostante il mercato del lavoro in contrazione In Italia, parla di opportunità, specie sul versante del franchising e dei servizi, dell’imprenditoria e della libera professione.
E sono non solo gli imprenditori già operativi a presidiare le opportunità di lavoro, ma anche persone provenienti da altri ambiti che considerano l’occupazione nel settore e valutano di intraprendere la nostra attività , quella dell’Imprenditore e dell’Agente immobiliare.
Il lavoro dell’Imprenditore e dell’Agente Immobiliare, lo diceva lei, è un lavoro ad elevati contenuti professionali. L’Avvicinarsi di neofiti non è un rischio se non si hanno esperienze e basi per svolgerlo?
La consapevolezza che un corretto e completo percorso di qualificazione professionale è indispensabile e imprescindibile è ormai diffusa. Peraltro è proprio del 13 gennaio scorso il decreto del Ministero dello Sviluppo economico che definisce le Nuove Regole per operare come Mediatori Immobiliari . Chi si avvicina alla professione sa che deve qualificarsi, formarsi, superare Esami: da una parte è un impegno, ma dall’altra una garanzia di serietà che porta alla nostra professione un riconoscimento assimilabile a quello di altre categorie professionali. Qualcosa che può solo accreditarci agli occhi del Cliente e rende migliore la categoria, a vantaggio di tutti coloro che vi operano.
Tree Real Estate, con tutti i brand che ne fanno parte, e i franchisor del settore in genere, possono contribuire , oltre alla norma , a questo processo di maggiore qualificazione professionale e avvicinamento alla Professione sia per chi già opera che per i “neofiti” in cerca di occupazione?
Certo che si. Credo da sempre che il supporto di un marchio forte e di servizi formativi continui possono fare della professione di Imprenditore e Agente Immobiliare il lavoro giusto anche e soprattutto in questa fase congiunturale economica. La formazione d’ingresso, l’aggiornamento e l’assistenza continui, il networking e il confronto fra imprenditori, il mettere a fattor comune competenze e business non possono che essere l’humus ideale per crescere tutti insieme. Imprenditori e collaboratori , lavorando insieme in un mercato difficile e impegnativo. L’economia della condivisione e della collaborazione generano sapere, know-how, vantaggio competitivo e affari per tutti. Il settore sostanzialmente “ha tenuto” in termini occupazionali anche negli ultimi due anni, non ha esaurito le sue potenzialità di assorbimento di nuovi lavoratori: nei paesi più avanzati del nostro, la dimensione del settore in rapporto alla dimensione dell’economia è mediamente superiore del 50% rispetto a quella italiana. Questo è un segnale significativo che da credibilità alla mia teoria. E io credo sempre alla teoria quando diventa pratica, soprattutto se supportata dai numeri.
Cosa dicono questi dati?
In base ai dati rilevati da un recente studio di Assoimmobiliare, “ il Real Estate è costituito da circa 320.00 unità, circa il 6% degli occupati nei Servizi (il 2,6% sul totale) ed è cresciuto nel periodo 1996-2007 del 93%, a fronte della crescita del 60% dell’occupazione nel terziario e del 24% dell’economia nel complesso.” Sempre in base a questa rilevazione, “per lo scenario al 2015, con una valutazione conservativa, si stima che la domanda immobiliare riesca ad attivare il 5,8% della produzione nazionale ed il 10,4% del valore aggiunto. Le unità di lavoro attivate saranno circa 384.000 che peseranno l’1,3% sulla forza lavoro nazionale.” Il numeri a chi li sa interpretare parlano sempre in modo oggettivo. Ovviamente questi sono dati che riguardano tutto il settore immobiliare, mentre le mie considerazioni hanno la semplice pretesa di riferirsi all’ambito del retail, dei servizi e dell’intermediazione. Ma credo che in ogni caso facciano comunque riflettere.
Per concludere, un’ultima domanda. Quali sono le sue previsioni anche in relazione a ciò che succede sul mercato immobiliare, sul mercato del lavoro e sulle nuove normative in via di approvazione?
Voglio espormi come sono solito fare quando credo fermamente nei segnali che rilevo: la professione immobiliare, seppur in momenti di difficoltà come quelli attuali, rappresenta uno sbocco occupazionale sempre interessante. Anche in relazione alla ripartenza economica e del mercato, ragionevolmente da prevedere nel prossimo biennio. Una professione da consigliare a chi ha necessità di collocarsi sul mercato del lavoro e mi riferisco in particolare ai giovani. Ma anche a chi , e sono molti, ha invece la necessità di ricollocarsi. Ed il franchising è una formula che può dare ancora concrete opportunità . Anche nel futuro. Formazione, marchio, marketing, tecnologia contribuiscono in maniera determinante al business. E sono, unitamente al marchio, al network ed alla collaborazione, gli asset fondamentali di un buon sistema di lavoro. In quest’ottica il franchising può indiscutibilmente dare occupazione, guadagno e aprire strade da percorrere per il lavoro di oggi e di domani.