Polemica sul disegno di Legge in ambito di liberalizzazione: avvocati abilitati alla vendita di immobili non residenziali fino a 100.000 euro?
Se il disegno di Legge dovesse passare, i cittadini in fase di compravendita potranno rivolgersi non solo ai notai ma anche agli avvocati. Quali saranno i vantaggi e quali gli svantaggi?
Rivoluzione nelle compravendite: quale il ruolo degli avvocati? La stagione politica che stiamo vivendo ha sicuramente un termine che più di altri la caratterizza. Questa parola è senza ombra di dubbio “rinnovamento”. Pur non volendo entrare nel merito, esprimendo opinioni politiche che allontanerebbero da un imparziale giudizio dei fatti, è innegabile che nell’ultimo anno si sia insediato un Governo che ha attivato un processo di riforme ampio come mai lo era stato nell’intera storia repubblicana. È noto però che i cambiamenti, soprattutto nella sfera socio-politica ma anche nella vita quotidiana, destabilizzino e sia estremamente difficile, almeno in principio, convivere con essi.
Nonostante questa considerazione, però, è quantomai paradossale e sorprendente notare il fatto che dopo aver vissuto intere stagioni politiche in cui non si faceva altro che denunciare l’immobilismo della classe dirigente, ora si osteggi in modo così violento e ostruzionistico una nuova classe politica che, bene o male, ha iniziato un processo di snellimento e semplificazione del Paese.
Protagonisti di tale battaglia contro il cambiamento – insieme ai soliti noti sindacati, nemici perenni del progresso e garanti del proprio interesse più che di quello dei lavoratori – sono le varie caste e i molteplici centri di potere che, ahimè, caratterizzano il sistema politico-economico italiano.
Parlando di casta, la prima categoria che fa capolino nella nostra mente è sicuramente quella dei notai.
E, difatti, infuria già la polemica sul disegno di legge del Governo che, nell’ambito delle liberalizzazioni, prevede l’ingresso degli avvocati allargando così i soggetti abilitati alla vendita di immobili non residenziali fino a 100.000 euro. Se il testo verrà approvato in Parlamento, così, i cittadini potranno rivolgersi anche agli avvocati – e non solo ai notai – per la registrazione di atti che riguardino immobili del valore catastale inferiore ai 100.000 euro e non destinati a uso abitativo.
Gli avvocati – molto numerosi e, loro malgrado, oggetto di continui interventi legislativi sulla propria professione – difendono, comprensibilmente, tale disegno di legge sulla concorrenza; la casta dei notai, al contrario, è già in trincea a “difendersi dal nuovo”.
È evidente, però, che questo tipo di liberalizzazione non possa far altro che portare benefici concreti al sistema e, più importante ancora, direttamente ai cittadini.
Innanzitutto, una maggiore offerta porterebbe a una possibilità di scelta a favore dei cittadini che causerebbe non un abbassamento di qualità ma una riduzione dei costi congiuntamente ad una semplificazione delle fasi di compravendita, potendo rivolgersi anche agli avvocati.
In secondo luogo, tale provvedimento inizierebbe a scalfire “l’intoccabile potentato” dei notai, gelosi dei propri privilegi e mai coinvolti nei cambiamenti.
L’arroccamento, comprensibile ma non giustificato, della casta dei notai, contro l’ingresso degli avvocati, è ben esemplificativo della strenua difesa dello status quo da parte di numerose categorie professionali che, al contrario, dovrebbero anteporre al proprio interesse specifico il rinnovamento del tessuto socio-economico del Paese.
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A cura di Alberto Vettore