Com’è la situazione degli appalti pubblici in Italia ?
Nel 2015 la situazione degli appalti pubblici è minata da probabile corruzione, senza contare gli errori di progettazione e di esecuzione. Vediamo come potrebbe evolversi in positivo.
Appalti pubblici, problema per il paese.Uno dei più grandi problemi che minano la competitività del Sistema Italia è sicuramente quello degli appalti pubblici.
L’ultimo Codice degli appalti risale al 2006. Si tratta di un testo con 257 articoli e di un regolamento con più di 359 allegati. Tale immensa mole di burocrazia potrebbe sembrare un’ottima difesa contro il malaffare ma, in realtà, è esattamente l’opposto.
Per comprendere meglio come funziona attualmente il meccanismo, rifacendoci all’esempio fatto da Leopoldo Freyrie – presidente degli architetti italiani – poniamo che l’amministratore pubblico decida di costruire una scuola.
Il primo problema è già evidente nelle fasi embrionali, infatti non si fa alcun dibattito pubblico per verificare se la scuola serve o se è nel luogo adatto ma il progetto preliminare viene fatto internamente, senza gare, da un tecnico che può non aver mai progettato un istituto scolastico o un’opera di questa portata.
Sulla base di questo progetto e dei relativi preventivi, si dà il via all’appalto, senza un piano dei costi futuri di gestione e senza un programma economico-finanziario.
Il comune, quindi, con una procedura estremamente complicata fa partire la gara per il progetto definitivo al ribasso di costi e tempi.
Ed è proprio questo il momento in cui, molto spesso, realtà malavitose e organizzazioni criminali si infiltrano e alterano la gara.
Di conseguenza, infatti, poniamo che uno studio di architettura vinca con un ribasso del 70%, affermando di poter concludere il progetto in 90 giorni. Si può immediatamente notare come tale tempistica sia improponibile non solo per una scuola ma per una qualsiasi opera pubblica.
Il risultato è che, a questo punto, scatta il nuovo bando per l’appalto integrato che coinvolge le imprese che si propongono di attuare il progetto esecutivo e i lavori.
Il problema è che anche qui si procede al ribasso di costi e tempi e, nonostante tale progetto debba stabilire con precisione e completezza cosa deve fare l’impresa, spesso capita che l’impresa in questione farà un progetto molto vago, con materiali scadenti e poco costosi perché deve recuperare lo sconto del 40% (senza dimenticare che poi, a sua volta, subappalterà a basso costo il progetto ai propri professionisti).
Il risultato di questa complicata procedura è sotto gli occhi di tutti: opere incomplete, errori di progettazione ed esecuzione, crolli e malaffare dilagante.
È evidente che la situazione debba cambiare.
Innanzitutto sarebbe necessario prediligere progetti mirati di riqualificazione di territorio e città piuttosto che grandi opere. Inoltre, più nello specifico, sarebbe necessario – oltre che semplificare in modo rigoroso e puntuale la procedura – un cambiamento radicale di filosofia: passare da gara di appalto a concorso. Per evitare corruzione e malaffare, infatti, bisognerebbe scegliere il progetto invece del progettista!
A cura di Alberto Vettore