L’elevata tassazione sugli immobili, unitamente alla forte stretta creditizia che ha molto limitato l’erogazione dei mutui per l’acquisto di immobili, sono stati elementi che hanno amplificato notevolmente la portata della crisi del settore immobiliare.
Secondo una recente ricerca, quella sulla casa si piazza al quinto posto nella top ten delle tasse più odiate dagli italiani. In particolare per la tassa sulla prima casa, si tratta di un peso avvertito psicologicamente superiore alla reale portata, perché la casa per gli italiani è in cima ai desideri e, una volta raggiunto l’obiettivo di averla acquistata, si percepisce maggiormente il disagio di essere al centro dell’attenzione del fisco italiano.
Questo vale per almeno l’ottanta per cento delle famiglie italiane, proprietarie appunto della loro “prima casa”.
L’argomento è spesso al centro del dibattito politico, ed anche in queste settimane si è ventilata l’ipotesi di una nuova esenzione fiscale per la prima casa, a partire dai prossimo anno.
Secondo alcuni, questo dovrebbe dare impulso al mercato immobiliare.
Noi riteniamo che questo sia relativamente vero, ma che serva una azione più forte incisiva.
Ma allora, perché non sospendere le imposte sulla compravendita?
Non si andrebbe ad incidere in maniera più diretta nei confronti di chi acquista?
Sarebbe un provvedimento di forte impatto psicologico, ma anche di indubbio risparmio per chi si troverebbe a risparmiare molte migliaia di euro ( registro, iva, ipotecaria e catastale).
Il mancato incasso da parte dello stato sarebbe indubbiamente compensato dalla reale ripartenza del settore immobiliare, da sempre un formidabile volano per l’intera economia.